lunedì 12 settembre 2011

Settanta acrilico trenta lana di Viola Di Grado



Ho letto questo libro senza sapere ne chi fosse l'autrice, ne che fosse candidato a vari premi , ne che Viola fosse figlia di scrittori a sua volta, ma solo perchè attratta dalla trama sul risvolto della copertina e dall'immaggine di questa ...
che dire...l'ho trovato scritto benissimo, fresco, giovane, originale.
Anche se secondo me va letto in un momento di serenità sennò ti butti dal balcone :-)) , assorbita da questa storia di depressione profonda delle due protagoniste, mamma e figlia, in seguito alla morte improvvisa e violenta del padre in macchina con l'amante..
Queste due donne si rinchiudono in casa e in loro stesse, dialogando solo tramite sguardi, una a fotografare buchi, l'altra a smembrare vestiti e a ricucirli a caso, immerse nello sporco, nel disordine, nell'ossessione, nell'abbandono più totale...
Finchè l'incontro di Camelia (figlia), con un ragazzo cinese e la sua lingua fatta di ideogrammi ,
regala una svolta a tutta la vicenda...
Perchè come scrive la protagonista:
 " la vita è come l'acqua, riuiscì a infiltrarsi perfino in quella piccola fessura che destinavo al mondo,la breve passeggiata fino al videonoleggio..."


edizioni e/o
16 euro

2 commenti:

  1. ciao! Ti ho "scoperta" da poco e ti lascio qui un commento perché ho letto anche io questo libro con le stesse tue premesse e conclusioni ma ... lo consiglierei a persone di ... provata serenità interiore ;-)
    A presto!
    Silvia

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  2. Ciao Silvia hai perfettamente ragione! ;-) benvenuta!

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Grazie per aver lasciato traccia del vostro passaggio! :-)